domenica 19 giugno 2011
Telenovelas: Dramma Sociale
Mi confesso: sono un appassionato delle telenovelas, specialmente quelle di Rede Globo che sono esteticamente le più funzionali e meglio riuscite. In questi filmati giornalieri di storie che s'intrecciano si percepisce lo scorrrere delle giornate del brasiliano. Non c'è come la telenovelas per capire la psiche e le usanze di questo popolo. Sembra forse perenterio attaccarsi a una fiction con un share di udienza che sfiora il 70 per cento per analizzare tutto un popolo, ma è abbastanza sintomatico nonché ORRIBILE percepire come un popolo goda e apprezzi quei programmi. In verità, io come tanti, non ci sentiamo condizionati o travolti dalle vicende narrate, ma assistiamo con stupore a quando virulenza, sfacciataggine, incoscienza, sono elargite scene nonché dialoghi da intimazione giudiziaria. C'é una violenza occulta e una palese ma sono sempre tragici episodi che scorrono sotto gli occhi del telespettatore. Anche i ripetitivi e noiosi proclami enunciati come civili, quando l'educazione non si sa cosa sia -mi riferisco all'omofobia di "Insensato Coração"- possono creare malintesi nonché formazione di gruppi violenti tra l'altro soprannominati Pit Bull e, chi come me, cinofilo e conoscitore della razza canina, una ulteriore discriminazione . Se se parla in continuazione, specialmente quando ci sono personaggi (attori) omofobi, la diatriba non avrá mai fine. Sono argomenti da affrontare in dibattiti televisivi, in talk show, in programmi di intrattenimento ma non nelle telenovelas dove il cattivo piace e affascina. L'imparzialità non esiste. Il complotto, invece, è realtà poiché tutti per emergere venderebbero o ammazzerebbero la propria madre. La soap scorre come un fiume in piena trascinando tutti e tutto giú sino alla foce, per poi immettersi in quell'immenso Oceano dove si perdono, poiché le referenze, là, non ci sono più e i fraintendimenti sono all'ordine del giorno. La metafora è per allertare quanti danni può creare un programma che cerca l'audience. L'educazione non la si apprende da scene scioccanti o da maldestri attori bensì da persone dignitose, da marciapiedi puliti e sgombri di mendicanti e venditori ambulanti, da automobilisti disciplinati rispettosi del pedone e del ciclista, da una polizia amica e collaboratrice del cittadino. Queste semplici cose e altre le possiamo annoverare tra i programmi che si dovrebbere già conoscere poiché sono innati nell'uomo. Sembrerebbe , invece, da ciò che ci circonda, dai segnali empirici sempre evidenti, dai fatti di cronaca che non smentiscono mai, che l'educazione sia ancora un traguardo irraggiungibile. Dunque: le telenovelas non possono assolutamente forgiare e illudere un popolo condizionato dalla TV perché non ha una coscienza cognitiva. La societá ha il dovere di educare e la censura, quando si tratta di divulgazione perpetuando un danno sociale, ha il compito di cancellare e annulare le trasmissioni malevoli. Non ci sono alternative in un mondo sovraffollato e perciò pericoloso (il panico è la conseguenza di qualche schizofrenia)