venerdì 17 giugno 2011
A.I.R.E : Analisi Italiani Residenti Estero
Il referendum abrogativo di leggi insulse come le recenti proposte alla popolazione e, stranamente cancellate -forse l'odio a Berlusconi ha favorito il quorum-, mi ha toccato in quel "orgoglio" che per molti è virtù. Il quorum s'é abbassato di un punto percentuale dovuto ai "cittadini" che hanno scelto l'estero a tutti gli effetti. Mi sono sempre chiesto chi sono i miei compagni. Non ho mai fatto una statistica anche perché i motivi e le teste delle persone non possono essere contabilizzati in sondaggi. Poi ci sono le stranezze che non possono classificarsi. Posso parlare per me anche se io sto più in Italia che in Brasile ma ci sono certe persone che, fatto il passo, ché migrati non hanno più la possibilità di rientrare, e allora si complica molto un'indagine su chi sono gli Italiani all'estero. Ci sono tante inchieste che ci parlano di giovani (cervelli in fuga) che, non avendo la possibilità di esprimere tutta la loro sapienza, cercano di inserirsi negli Stati dove vengono riconosciuti per quello che sono e non per nepotismo. Quello che mi spaventa sono quelli che vivendo qui, e perciò conoscendo la realtà di qui, invogliano, incitano, screditano l'Italia, portano paragoni discutibili tra i due Paesi o addirittura consigliano su investimenti; usano il parsimonioso denaro (degli altri) per speculazioni in un Paese dove niente funziona e dove tutto è corrotto. Questi signori, vestiti di arroganza imperativa pontificano sulla valuta, su tassi di interesse, su tutto un sistema bancario che si adagia su un magma. Io mi annovero negli avventurieri ma questi elettori che dicono di saperla lunga, che sanno come far rendere i soldi e che si presume non hanno votato (lo confermano i numeri), questi menefreghisti che hanno detto NO all'acqua di tutti e all'atomo, chi sono effettivamente?