mercoledì 6 aprile 2011

Figli di un Dio minore


Rispondendo a un utente che mi chiede dei miei figli piccoli mi sono immedesimato in quel ipotetico figlio, giacché figlio sono, e come osserverei questo mondo, almeno, come persona cosciente.
.
I tuoi figli non sono tuoi figli. Sono i figli e le figlie della fame che la Vita ha di sé stessa...Cercherete d'imitarli, ma non potrete farli simili a voi. (Kahil Gibran)
Inizialmente confronterei i miei genitori con quelli dei miei amici. Rilevando discrepanze potrei considerarli nemici; percependo una morbositá negli affetti li classificherei protettivi o più incisivamente ipocriti. Perché, uno si domanda, un giudizio così selettivo rispetto a una coppia che ha lottato per metterti in questo mondo? Semplicemente perché la societá è basata sull’egoismo e proprietá privata. Il solipsismo e l’arroganza , viscidi liquami che grondano dappertutto, attecchiscono anime pure poiché è la dimostrazione di tante azioni che l’uomo identifica come virtù. Se non raggiungi un buon tenore di vita sei un individuo deficiente e il giudizio unanime ti relega in quel gruppo di dannati ma, a detta del branco, felici. Sì, felici nella propria povertà, giacché è un concorrente eliminato e perciò vezzeggiato. Eliminando i nemici costruisco nuove amicizie proiettate in quell’aurea di successo che porto orgogliosamente, onorevolmente (qualcuno scriverà), attraverso la mia esistenza fin quando morte (finalmente) mi toglie di mezzo. Il problema è che questi cittadini, dal potere acquisitivo superfluo, comprino quei tasselli bio-evolutivi di un corpo immortale, perciò eterni e infiniti. Ora, ritornando a me che esco da un utero strapazzato da ormoni, da provette sterilizzate, da inseminazioni artificiali, da sperma biodetergente, da aminoacidi ristrutturati, da DNA manipolato, e trovo una coppia o un single che m’attende con risogno sorriso, non inizio (o ho già iniziato) un percorso distruttivo? Mi trovo ribelle in quelle mura domestiche, carcere a vita di qualche condominio preconfezionato. Sbattuto e educato in aule comunitarie dove virus e batteri cominciano ad aggradire cellule decodificate nella procreazione pre-impianto. Accudito e prevenuto giro il consumismo su me stesso, genero un’altra famiglia senza preoccuparmi di generare un mondo migliore, pensando che il mio mondo è solo in quelle pareti di cartapesta dove i primi vagiti di una nuova vita mi appagano, quasi che le uniche soddisfazioni, quando non si raggiunge una pace interiore sia generare nuovi infelici